mercoledì 30 maggio 2012

domenica 27 maggio 2012

E mi troverai

Una delle più belle canzoni degli ultimi tempi
Sergio Cammariere (le parole, pura poesia, di Roberto Klunster)
Sul blog, video con il testo


Le nuove tecnologie 4

Biblioteche digitali: in arrivo una rivoluzione

http://www.agi.it/spettacolo/notizie/201205261725-spe-rt10080-libri_biblioteche_digitali_in_arrivo_una_rivoluzione

mercoledì 23 maggio 2012

L'amore non è uguale per tutti..., i pinguini

A Madrid, nel parco animale Faunia, un "figlio" per la coppia di pinguini gay ma lo scorso novembre, a Toronto, i canadesi Pedro e Buddy erano stati separati...
http://www.corriere.it/animali/12_maggio_23/un-figlio-per-la-coppia-di-pinguini-gay_3562915c-a4c5-11e1-80d8-8b8b2210c662.shtml

L'immaginario di Leonardo. Codici Madrid della Biblioteca Nacional de España

I due volumi dei Codici Madrid di Leonardo Da Vinci, conservati nella Biblioteca Nacional de España, sono in processo di restauro. Ciò rappresenta una opportunità unica che permetterà mostrare molte delle pagine che compongono i due manoscritti di Leonardo, il grande artista del Rinascimento italiano. Presenta anche l'opportunità di mostrare i lavori altamente qualificati che vengono eseguite nel Laboratorio di Restauro della BNE.

Biblioteca Nacional de España
Dal 28 di maggio al 29 di luglio.
Sala Hipóstila de la Biblioteca Nacional de España.
Pº de Recoletos 20-22. 28071 Madrid


-> Imagini

La Cultura Italiana alla Fiera del libro di Madrid 2012

L'Ambasciata Italiana in Spagna e l'Istituto Italiano di Cultura a Madrid, parteciperanno nella organizzazione del programma di incontri a livello politico e culturale.

Un'occasione ideale per avvicinarsi alla cultura classica e contemporanea italiana. Fra gli autori: Claudio Magris, Roberto Calasso ed Erri di Luca.

La Fiera offrirà anche numerose opportunità di rileggere gli autori del Novecento italiano, come Luigi Pirandello, Italo Calvino, Leonardo Sciascia, oltre a celebrare il centenario della nascita di Elsa Morante.




-> Feria del libro de Madrid

-> Mapa de la Feria del Libro de Madrid 2012


-> Programación italiana en la feria del libro

Donne e lavoro

Le donne sono opinion leader negli acquisti e ancora troppo poco “pesanti” nelle decisioni aziendali.

http://27esimaora.corriere.it/

domenica 20 maggio 2012

giovedì 17 maggio 2012

L'angelo letterario di Eduardo Halfon

Perché si comincia a scrivere?
Di, noooooo! Da che cosa dipende...? (mannaggia..., mi è successo un'altra volta!)

http://www.ilrecensore.com/wp2/2012/05/l%E2%80%99angelo-letterario-di-halfon-perche-si-comincia-a-scrivere/

martedì 15 maggio 2012

La Teoria Dei Colori

Il ritorno del cantautore bolognese Cesare Cremonini dopo "Il Primo Bacio Sulla Luna".

http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/spettacolo/2012/05/14/Cremonini-Cesare-come-ho-mai-raccontato-_6870375.html

E il singolo anticipato:
Il comico (sai che risate)
In ogni luogo c'è sempre la figura che cerca di sdrammatizzare la situazione in vari modi, che parla d'amore, anche con la voglia di far sorridere l'ascoltatore...



Sono stato anche normale,
in una vita precedente
m'hanno chiesto "che sai fare?"
"So far ridere la gente", menomale
che non ho fatto il militare.
Si, menomale,
sai che risate..

C'è chi non conosce Dante,
chi c'ha tutto da imparare,
chi è felice quando piange,
chi si veste da soldato
a carnevale
io mi nascondo tra la gente.
Si, a carnevale non so che fare.

Tu vestita da bambina,
prigioniera, vuoi scappare
da una perfida regina
così seria da star male.
Posso dirti una parola,
non ho niente di speciale,
ma se ridi poi vuol dire
che una cosa la so fare
se mi lancio in un'aiuola,
casco e non mi faccio
male.

E l'occhio ride ma ti piange il cuore,
sei così bella ma vorresti morire,
sognavi di essere trovata
su una spiaggia di corallo
una mattina dal figlio di un pirata,
chissà perché ti sei svegliata?

Si rincorrono i ricordi
come cani in un cortile
tu nemmeno te ne accorgi
come un fesso vorrei farti innamorare,
no ti prego non andare,
se puoi rimani
fino a domani

qui, vestita da bambina,
prigioniera, vuoi scappare
da una perfida regina,
il tuo principe immortale,
posso dirti una parola
non ho niente di speciale,
ma se ridi può vuol dire che una cosa la so fare,
se mi lancio in un'aiuola,
casco e non mi faccio..

E l'occhio ride ma ti piange il cuore,
sei così bella ma vorresti morire,
sognavi di essere trovata
su una spiaggia di corallo
una mattina dal figlio di un pirata,
chissà perché ti sei svegliata?

E il mondo ride se mi piange il cuore,
sei così bella ma vorresti sparire
in mezzo a tutte queste facce,
come se con te sparisse anche il dolore,
senza lasciare tracce.

E l'occhio ride ma ti piange il cuore,
sognavi di essere trovata
su una spiaggia di corallo
una mattina dal figlio di un pirata,
chissà perché ti sei svegliata?

domenica 13 maggio 2012

Le nuove tecnologie 3 (www.ioscrittore.it)


La risposta al self-publishing? Il concorso letterario

La scelta delle opere migliori viene fatta dagli stessi partecipanti via web



Il rumore dei tuoi passi» è la storia di Alfredo e Beatrice, due gemelli uniti da un amore sconvolgente. In libreria dal 10 maggio 2012 per Longanesi, romanzo d’esordio della giovane romanaValentina D’Urbano, il volume è stato al centro di uno degli incontri del Salone del Libro di Torino. E lo spunto di riflessione per ipotizzare una via alternativa al self-publishing selvaggio.



Durante la presentazione dei 200 semifinalisti del torneo letterario Io Scrittore, promosso dal Gruppo Mauri Spagnol, è stato svelato che «Il rumore dei tuoi passi» ha trovato un editore perché selezionato durante la prima edizione del concorso. Giunto al terzo anno, infatti, Io Scrittore mette in palio una trentina di pubblicazioni digitali e alcune su carta dei migliori  manoscritti concorrenti.

«Il romanzo di Valentina, che ha tanto colpito per la sua voce forte e originale – ha commentato il presidente di Gems Stefano Mauri – è una prova del successo di questa innovativa formula editoriale. Io Scrittore da esperimento si è trasformato in efficace e fortunata realtà, perfetta sintesi tra la selezione meritocratica che l’editore deve garantire ai lettori e l’accesso democratico e aperto garantito dalla Rete».  Quindi spiega in dettaglio: «Mentre le piattaforme difendono il self-publishing, che non dà nessuna garanzia di qualità al lettore e di assistenza professionale all’autore, e gli editori difendono il ruolo di selezione, Gems per prima  riesce a conciliare l’accesso aperto consentito dal web (invitando a iscriversi liberamente al torneo) con il  ruolo dell’editore di garante (attraverso la doppia selezione dei partecipanti e degli editor)».
Nella prima fase del torneo, infatti, la scelta delle opere migliori viene fatta dagli stessi partecipanti via web. I primi duecento che hanno superato questa selezione  per la terza edizione, sono stati svelati proprio ieri al Salone. Il numero iniziale era di 1109 opere in gara.
Da qui al Festival della lettaratura di Mantova i finalisti diventeranno trenta mentre aggiornamenti saranno forniti ogni giorno su www.ioscrittore.it. Nell’arco di due anni duemila e più storie sono state sottoposte al vaglio degli stessi partecipanti che, investiti del doppio ruolo di scrittore e critico, hanno espresso migliaia di giudizi mettendoli a disposizione di ogni concorrente. 

Gems ha anche fornito alcuni dettagli sui conocorrenti che permettono di tracciare un identikit sugli aspiranti scrittori

Le iscrizioni sono giunte da tutta Italia, con una percentuale più alta daLombardia, Lazio e Piemonte. La partecipazione maschile supera sensibilmente quella femminile, l’età media è tra i 35 e i 55 anni e prevalgono i laureati e i forti lettori. Parte di loro ritenta Io Scrittore per la seconda volta con la stessa opera, rivista alla luce di correzioni e suggerimenti, mentre il genere dei romanzi  presentati varia dalla narrativa generale al mystery, dal romanzo storico al sentimento, al fantasy, alla letteratura di viaggio.

Storia della grappa


Morbida, secca..., di moscato, di prosecco..., hmmm..., buonissima!


La grappa, in quanto acquavite, è stata concepita nell’ambito degli studi della Scuola Salernitana che, intorno all’anno Mille, codificò le regole della concentrazione dell’alcol attraverso la distillazione e ne prescrisse l’impiego per svariate patologie umane garantendo ai distillati un imperituro successo. Le vinacce, materia prima alcoligena povera (rispetto al vino, tanto per fare un esempio, contengono i due terzi di alcol in meno), ma molto diffusa, furono immediatamente prese in considerazione e, della loro acquavite, si parla già nel 1400. Le prime testimonianze dello studio sulla distillazione delle vinacce risalgono però al 1600 e sono dovute ai Gesuiti, tra i quali va ricordato il bresciano Francesco Terzi Lana. Fino agli inizi del XIX secolo non vi è però una distinzione tecnologica netta tra i distillati alcolici, poi l’Italia della grappa scelse una propria strada che portò alla creazione di una bevanda con caratteristiche uniche e irripetibili.

La vinaccia

Le vinacce sono le bucce degli acini d’uva una volta separate dal mosto o dal vino. Attualmente meno di un terzo della vinaccia viene utilizzata per la produzione di grappa, dalla restante parte si ricava alcol etilico. Questo fatto ha una notevole incidenza sulla qualità finale dell’acquavite in quanto solo la vinaccia migliore, quella ritenuta più vocata a seguito di un’attenta selezione, origina grappa.

Gli alambicchi

Gli alambicchi della grappa si distinguono in due grandi categorie: continui e discontinui. I primi lavorano senza soluzione di continuità: alimentati con vinaccia restituiscono una flemma alcolica che viene successivamente elevata al rango di acquavite attraverso una seconda distillazione. I secondi lavorano invece a cotte: si carica in caldaia (o cucurbita) il materiale da distillare, si riscalda, si procede all’esaurimento dell’alcol e delle sostanze aromatiche che contiene, facendo grande attenzione a prelevare solo il cuore, e infine, si scarica la caldaia.
Gli alambicchi discontinui si classificano in tre categorie, le vediamo di seguito.
Fuoco diretto
La cucurbita è posta direttamente su una fornace (in genere a legna, a vinaccia esausta o a gas) con la logica conseguenza di rischi di odori di cotto o di fumo nell’acquavite. Dal panorama della grappa sono quasi scomparsi.
Bagnomaria
Sono, alla pari di quelli a fuoco diretto, gli alambicchi più antichi. La cucurbita ha però un’intercapedine dove viene immessa acqua o vapore e, quindi, anche nei casi in cui siano posti su una fornace, la distillazione avviene con estrema dolcezza. Decisamente onerosi nella costruzione e nel funzionamento, hanno una netta predilezione per la qualità. Attualmente costituiscono un terzo degli impianti in attività, ma la grappa con essi prodotta non supera il 3%.
Vapore
Sono costituiti da una serie di caldaiette di piccole dimensioni in cui la vinaccia è disposta in cestelli forati. In esse viene immesso vapore prodotto da una centrale indipendente. Nel mondo della grappa sono un classico e, con oltre 50 impianti funzionanti, sono i più rappresentati. 

Il mastro distillatore

Il mastro distillatore è elemento fondamentale per determinare il profilo organolettico della grappa, è il vero autore dell’acquavite, è molto più importante del vitigno o dell’ecosistema in cui è maturata l’uva. In Italia questa figura è sempre stata troppo poco valorizzata rispetto alla sua importanza: basti pensare che risulta, quasi sempre, più difficile riconoscere all’assaggio il vitigno dal quale deriva una grappa rispetto alla mano che l’ha prodotta. La normativa vigente consente quindi di citare in etichetta sia il mastro distillatore che l’alambicco con il quale forma un binomio fondamentale per la caratterizzazione della grappa.

Il profilo sensoriale della grappa

Il profilo visivo
La grappa deriva dalla distillazione, ossia da quell’operazione fisica che, da sempre, è sinonimo di purificazione. Sgorga quindi dall’alambicco più cristallina dell’acqua di rocca e solo errori e negligenze dell’uomo ne potranno turbare lo stato di perfetta trasparenza. Produrre grappa limpida non è dunque gran merito mentre mettere in commercio un’acquavite in precario stato di trasparenza è indice di incompetenza o, quantomeno, di incuria.Le grappe giovani sono tassativamente sempre incolori. Quelle invecchiate, intendendo con questo termine il soggiorno più o meno lungo in botti di legno non impermeabilizzate, hanno una tonalità di colore che varia dal paglierino appena percettibile, all’ambrato carico.

Il profilo olfattivo
Puzze e profumi costituiscono il dritto e il rovescio dell’aroma della grappa, elemento primario fondamentale per la valutazione della qualità. La qualità comincia dall’assenza di difetti e cresce col moltiplicarsi delle sostanze di pregio. Per poter apprezzare pienamente una grappa occorre quindi saper riconoscere senza indugio i difetti e poi via via, le sensazioni di buona qualità fino all’identificazione di quei caratteri che solo un mastro distillatore, utilizzando una materia prima meravigliosa, sa ottenere. Tra i possibili profumi percepibili nella grappa ricordiamo: erba (entro certi limiti), mela, banana, fragola, frutta esotica, nocciola, giacinto, pesca, lampone, mughetto, moscato, rosa.Tra le puzze: muffa, aceto, uova marce, fumo e bruciato, caprone, crauti, cera, sego, sudore, rancido, pungente (in realtà una sensazione tattile).

Il profilo gustativo
I sapori nella grappa sono ridotti a due, il dolce e l’amaro, essendo il salato praticamente assente e l’acido non percepito come tale ma mascherato nell’aggressività alcolica con la quale opera in sinergia. La maggiore espressione di qualità di una grappa sotto il profilo gustativo è data dalla sua discrezione, fondamentalmente dal suo “non essere”: il vertice è rappresentato da una grappa che invade il cavo orale senza violenza alcuna e si esprime in una piacevole sensazione di calore per poi finire incorporea in successive nuvole d’aroma.

Come si serve

La grappa va servita non troppo fredda, ma soprattutto non troppo calda: tra i 9 e i 13°C si colloca la temperatura ideale per le grappe giovani e giovani aromatiche, intorno ai 17°C quelle invecchiate (salvo rare eccezioni). Nel dubbio è sempre meglio, per quanto riguarda la temperatura, sbagliare per difetto: una grappa servita un po’ troppo fresca consente sempre di riscaldarla nel palmo della mano per cogliere l’evolversi del prestante aroma, ma il contrario non è possibile.
Il tulipano di medie dimensioni (100-150 millilitri), panciuto e non troppo stretto alla bocca, rigorosamente di cristallo o di vetro sonoro. Sono da evitare i ballon e i bicchieri a palloncino sormontati da un camino stretto.

È vero che la grappa è il distillato in commercio con la maggior gradazione alcolica?


È falso, è un’immagine creata intorno alla grappa dalla disinformazione di alcuni autori. La ricchezza alcolica minima alla quale si può trovare in commercio  è di 37,5% vol. che corrisponde alla medesima percentuale di alcol etilico ed è pari a molte altre acqueviti. Per le grappe che hanno diritto alla denominazione geografica (Piemonte, Lombardia, Trentino, Alto Adige, Veneto e Friuli) il limite minimo della gradazione alcolica è di 40% vol.

La grappa è un distillato prezioso?

Lo è certamente per le sue qualità intrinseche. Ma se la  preziosità di un bene è inversamente proporzionale alla quantità esitata sul mercato, lo è a maggior ragione: di ogni mille bottiglie di superlacolici consumate una sola – o poco più – è di grappa. Inoltre la sua quantità è limitata in quanto si può ottenere solo dalle vinacce italiane. E, pur pensando di destinarle tutte a fare grappa, la produzione della nostra acquavite di bandiera sarà sempre molto inferiore ad altre grandi acqueviti a denominazione geografica dell’Unione Europea (nei confronti di alcune meno del 10%).
 

 Si può produrre grappa in quantità illimitate?


No, la sua produzione e strettamente legata alla nostra produzione italiana di uve che, com’è a tutti noto, è in notevole calo. Attualmente però meno di un terzo della vinaccia viene utilizzata per la produzione di grappa, dalla restante parte si ricava alcol etilico. Questo fatto ha una notevole incidenza sulla qualità finale dell’acquavite in quanto solo la vinaccia migliore, quella ritenuta più vocata a seguito di un’attenta selezione, origina grappa. 

Quanta grappa si produce attualmente?


Secondo le statitistiche dell’amministrazione finanziaria dello Stato – che sulla grappa impone un’accisa elevata e quindi è sempre molto attenta al controllo del prodotto – negli ultimi anni la produzione di grappa oscilla intorno ai 40 milioni di bottiglie equivalenti (da 0,7 litri al 40% volume di alcol).

Cos’è la grappa a denominazione geografica?


Possono fregiarsi della denominazione geografica le grappe citate nell’allegato II del regolamento dell’Unione Europea 1576/89 purché ottenute da materie prime  ricavate da uve prodotte e vinificate nelle aree geografiche cui fa riferimento l’indicazione e distillate nel medesimo ambito. La loro ricchezza alcolica non può essere inferiore al 40% e non possono essere miscelate con grappe provenienti da altre zone. Attualmente si hanno le seguenti denominazioni:
  • grappa di Barolo;
  • grappa piemontese o del Piemonte;
  • grappa lombarda o della Lombardia;
  • grappa trentina o del Trentino;
  • grappa dell’Alto Adige o Südtiroler Grappa;
  • grappa veneta o del Veneto;
  • grappa friulana o del Friuli.
 

Cos’è la grappa di vitigno o varietale?

Da tempo immemorabile partite di vinaccia ricavate da vitigni particolari che hanno la possibilità genetica di trasmettere un carattere organolettico alla grappa – caso eclatante il Moscato che probabilmente fu il primo a indicare una grappa di vitigno – sono distillate in purezza, senza miscelarle con altre. Per identificare questa categoria è stato coniato il termine grappa di vitigno divenuto ben presto di moda e, in alcuni casi, utilizzato per trasferire sull’acquavite il blasone conquistato sul campo da vini omonimi, rari e preziosi.Per questo motivo e per la difficoltà di riconoscimento – tanto per l’analisi chimica quanto per quella organolettica – i tecnici hanno sempre messo in guardia verso l’eccessiva enfasi di questo elemento. La legge consente di indicare il vitigno in etichetta se le materie prime provengono almeno per l’85% dalla varietà di vitis vinifera citata. Si possono anche avere le grappe recanti la denominazione di due vitigni, purché dichiarati in ordine decrescente alla loro partecipazione al conferimento della materia prima e che il minore non abbia dato un apporto inferiore al 15%.




sabato 12 maggio 2012

Se ti abbraccio non aver paura

L'ultimo romanzo di Fulvio Ervas


Per certi viaggi non si parte mai quando si parte. Si parte prima. A volte molto prima. Bastano poche, piccole parole: suo figlio probabilmente è autistico.


Franco ha cinquant'anni e assomiglia un po' a Ligabue. Nel viso, nella voce, anche un po' nei modi.  Andrea invece ne ha diciotto e accarezza i coccodrilli, abbraccia le cameriere e gli sciamani. Storia di un padre e di un figlio autistico che viaggiano per l'America. A bordo di una Harley Davidson rossa.

Andrea aveva due anni e mezzo quando il verdetto di un medico ha ribaltato il mondo di suo padre: la malattia si trasforma per Franco in un uragano. L'autismo ha fatto prigioniero suo figlio e Franco è diventato un cavaliere che combatte per lui.
Un cavaliere che non si arrende e continua a sognare. Per anni hanno viaggiato insieme,  inseguendo terapie: tradizionali, sperimentali, spirituali. Adesso partono per un viaggio diverso, senza bussola e senza meta. Insieme, padre e figlio, uniti nel tempo sospeso della strada. Tagliano l'America in moto, si perdono nelle foreste del Guatemala. Per tre mesi la normalità è abolita, e non si sa più chi è diverso. E per tre mesi è Andrea a insegnare a suo padre ad abbandonarsi alla vita. Un incantevole racconto, uscito dalla penna di Fulvio Ervas, ripercorre il viaggio di questi due personaggi fuori dal comune. Un viaggio che Franco, nell'ultima puntata delle Invasioni Barbariche su La7 non ha esitato a definire un viaggio d'amore:  «Con Andrea, io ho imparato a seguire l'istinto. Non puoi far altro che andare avanti d'istinto». 

Il libro si chiama «Se ti abbraccio non avere paura», un titolo voluto dall'autore, Fulvio Ervas, e che si riferisce  al buffo aneddoto riguardo al periodo in cui Andrea, intorno agli otto anni, comincia ad andare in giro ad abbracciare all'altezza della pancia dei perfetti sconosciuti. I genitori, per evitare che si perda o che qualche estraneo si spaventi,  cominciano a scrivergli sulle magliette dei messaggi a caratteri cubitali: il numero di telefono del padre, per esempio, oppure questo, «Se ti abbraccio non avere paura».


giovedì 10 maggio 2012

mercoledì 9 maggio 2012

Gas serra: dinosauri sotto accusa

Gli enormi erbivori del Mesozoico emettevano grandi quantità di metano, facendo aumentare la temperatura globale...

http://www.corriere.it/scienze_e_tecnologie/12_maggio_08/gas-serra-dinosauri_ebdd15e6-98e6-11e1-a280-1e18500845d6.shtml

martedì 1 maggio 2012

Rispetto alle nuove tecnologie...


Interessantissimo per i lettori e per qualsiasi persona che abbia voglia di pubblicare qualche piccola storia.