sabato 12 maggio 2012

Se ti abbraccio non aver paura

L'ultimo romanzo di Fulvio Ervas


Per certi viaggi non si parte mai quando si parte. Si parte prima. A volte molto prima. Bastano poche, piccole parole: suo figlio probabilmente è autistico.


Franco ha cinquant'anni e assomiglia un po' a Ligabue. Nel viso, nella voce, anche un po' nei modi.  Andrea invece ne ha diciotto e accarezza i coccodrilli, abbraccia le cameriere e gli sciamani. Storia di un padre e di un figlio autistico che viaggiano per l'America. A bordo di una Harley Davidson rossa.

Andrea aveva due anni e mezzo quando il verdetto di un medico ha ribaltato il mondo di suo padre: la malattia si trasforma per Franco in un uragano. L'autismo ha fatto prigioniero suo figlio e Franco è diventato un cavaliere che combatte per lui.
Un cavaliere che non si arrende e continua a sognare. Per anni hanno viaggiato insieme,  inseguendo terapie: tradizionali, sperimentali, spirituali. Adesso partono per un viaggio diverso, senza bussola e senza meta. Insieme, padre e figlio, uniti nel tempo sospeso della strada. Tagliano l'America in moto, si perdono nelle foreste del Guatemala. Per tre mesi la normalità è abolita, e non si sa più chi è diverso. E per tre mesi è Andrea a insegnare a suo padre ad abbandonarsi alla vita. Un incantevole racconto, uscito dalla penna di Fulvio Ervas, ripercorre il viaggio di questi due personaggi fuori dal comune. Un viaggio che Franco, nell'ultima puntata delle Invasioni Barbariche su La7 non ha esitato a definire un viaggio d'amore:  «Con Andrea, io ho imparato a seguire l'istinto. Non puoi far altro che andare avanti d'istinto». 

Il libro si chiama «Se ti abbraccio non avere paura», un titolo voluto dall'autore, Fulvio Ervas, e che si riferisce  al buffo aneddoto riguardo al periodo in cui Andrea, intorno agli otto anni, comincia ad andare in giro ad abbracciare all'altezza della pancia dei perfetti sconosciuti. I genitori, per evitare che si perda o che qualche estraneo si spaventi,  cominciano a scrivergli sulle magliette dei messaggi a caratteri cubitali: il numero di telefono del padre, per esempio, oppure questo, «Se ti abbraccio non avere paura».


Nessun commento:

Posta un commento